Che domenica bestiale.

Domenica sono andato a pranzo dai miei.
Ogni volta che vado finiamo per litigare su qualcosa, ma loro se ne dimenticano. Per loro intendo loro tranne mio padre, che è un vecchio rancoroso, quindi, sostanzialmente, sto parlando solo di mia madre.
Siccome erano quasi due mesi che insisteva perché le lasagne che aveva preparato tutte le domeniche precedenti non ero mai passato a prenderle, con diverse scuse (alcune piuttosto elaborate devo dire), alla fine ho ceduto ed ho accordato loro un pranzo.

Devo premettere una cosa, mia madre non è in grado di fare una lasagna. E questa è una delle ragioni per cui non passo a ritirare le sue “tielle”. Non è che sono stronzo.

– Ciao ma’. Come va?
– Raffaele! Ma quando sei arrivato? Non ti ho sentito entrare!
– Non mi sentite mai entrare…
– Come dici?!
– Niente, niente… Dov’è papà? – apro il frigo, sempre molto più pieno di quello di casa mia anche dopo che ho fatto spesa.
– Che cerchi?
– Boh, qualcosa di freddo – Che ne so, una birra.
– Ti ho comprato l’aranciata…
Mi volto.
– Ma’ ho smesso di bere aranciata. Quante volte te lo devo dire? Ho 37 anni cazzo.
– Ma lo so che hai 37 anni! Ma ti piaceva tanto l’aranciata!
– Quando ne avevo 6.
– Dai anche un po’ di più…
– Vabè ma’, prendo un po’ d’acqua va, passami un bicchiere…
– Allora? Come stai? – mi porge il bicchiere.
– Tutto bene, tutto bene… Sopravvivo.
– Non ci vieni a trovare mai…
Resto in silenzio perché, fondamentalmente, è vero. Presto aquiescenza.
Seguono altri secondi di silenzio in cui faccio finta di apprezzare molto l’acqua minerale, aspettando che mia madre cambi discorso.
– Ah! Senti, ti volevo chiedere una cosa, che qui io e tuo padre stiamo impazzendo… – si dirige verso un mucchio di carte sul tavolo – l’hai calcolata tu l’IMU?
Penso seriamente un po’ a come risponderle e poi scelgo la via più semplice, quella che presti meno il fianco allo sviluppo della conversazione:
– No mamma.
– Come no?! Guarda che scade tra poco…
– Ah sì?
– Eh sì, è un bel problema! Alla televisione hanno detto che a Roma per una seconda casa si può pagare anche fino a 6.000 euro…
– Perché, avete seconde case a Roma voi?
– No, no che c’entra.. era così, per dire.
– Ah ecco.
– Anzi, che noi siamo fortunati… c’è chi sta peggio!
– Dai ma’ santoddio! Poi ti domandi perché non vi vengo mai a trovare… Sembra di andare a Porta a Porta da Vespa ogni volta… Crisi, IMU, banche. Manca solo il plastico in cucina. Ma chi ve le mette in testa tutte queste cose?
– Eh tu scherza, scherza! Noi siamo preoccupati… Oggi al mercato lo sai a quanto stavano le zucchine?!
– No, non lo so.
– Non le compri mai le zucchine?
– No, non le compro mai le zucchine ma’. Mi fanno pure schifo.
– Ma le verdure le mangi a casa?
– No, solo al ristorante. Senti ma papà dove cazzo è?!
– E parla bene, Raffaele! Con tutti questi cazzo!
– Scusa.
– E la frutta? Secondo me ti mancano le vitamine…sei giallo figlio mio! Giallo.
– Mamma, papà, dov’è.
– È sceso a comprare il giornale…adesso torna.
– All’una?
– Eh, lo sai com’è tuo padre…
– Come no.
– Vieni dillà, aiutami ad apparecchiare…
– Che mangiamo?
– Mamma ti ha preparato una lasagna…

A tavola.
– Allora – inizia mio padre – la vediamo insieme la partita?
Faccio il vago. – Che partita?
– Come che partita, quella della Nazionale no?!
– Ah già, a che ora gioca l’Italia?
– Alle sei, contro la Spagna.
– Sì, sì, lo so che gioca contro la Spagna… ma ho già detto a Pierpaolo che l’avremmo vista da lui con i bambini la partita, ci tengono.  Sono tre giorni che Balotelli e Cassano triangolano nel corridoio di casa loro con la palla di spugna.
– Ah, vabene.
– Dai pa’, non te la prendere…
– No vabene, vabene…
– Ci vediamo insieme le prossime su, promesso.
– Italia – Croazia?
– Quand’è?
– Giovedì.
– Ore?
– Sempre 18.
– No, mi dispiace pa’, sto a Studio.

Avv. Raffaele Cane